Il duo dell’inglese Paul Dunmall al sax tenore e del batterista americano, ma residente a Londra Tony Biancoè ormai ben rodato dopo le due riuscite incisioni insieme dedicate alla musica di John Coltrane. Il sassofonista afroamericano ha costituito una fonte di ispirazione fondamentale per Dunmall, ma non soltanto musicale. La spiritualità della musica, le improvvisazioni travolgenti, le atmosfere indimenticabili di album ormai storici, sono riprese dai due senza alcun timore. Sui due live c’è la musica che Coltrane ci ha indicato nei suoi ultimi album, portata dai due ancora oltre quelle che sono state le interpretazioni originali. La formula del duo nelle loro mani funziona bene, è un faccia a faccia in cui nessuno si nasconde, il sassofono iperattivo e la batteria incalzante trovano un punto di intesa perfetto. C’è anche il flauto che introduce Psalm, brano che chiude l’esibizione alla Delbury Hall, dopo l’assolo di batteria segue un fischio d’ancia continuo al sax tenore di Dunmall e si continua su questa linea surriscaldando l’atmosfera. Sul secondo disco, registrato al Cafe Oto di Londra, si continua per la stessa via, qui ci sono l’annuncio del presentatore e gli applausi del pubblico. La musica è ispirata, i temi a volte accennati, come Naima, veicolo per improvvisazioni spericolate lontane dalla forma ballad. C’è Giant Steps e c´è Alabama, qui l´esecuzione è più tranquilla, il tema riconoscibile, il sassofono appassionato ed eloquente come richiede il tema. Il classico di Rodgers e HammersteinMy Favourite Things è eseguito al saxello, e forse è un punto di partenza per le prossime esibizioni del duo. Qui l´espressione del sassofonista si fa meno ruvida, restando tuttavia sempre fedele all´assunto di partenza di una musica viscerale. Il semplice tema è ripreso diverse volte mentre la batteria sparge ritmi in modo implacabile. Chi conosce la musica di Coltrane dell’ultimo periodo apprezzerà senza dubbio questo doppio album, come fanno gli ascoltatori presenti al club con i loro calorosi applausi. I due fanno rivivere un periodo storico indimenticabile in modo sincero e si esprimono in modo viscerale, senza porsi troppe domande sulla bellezza formale. È un duo che ha ancora tanto da dire e che volentieri si ascolterebbe presso qualche festival italiano.

Vittorio lo Conte  http://www.musiczoom.it/?p=23376#.VdhEM_lVikp

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The duo of English Paul Dunmall on tenor sax and the American drummer, but resident in London Tony Bianco is now well established after two successful recordings together dedicated to the music of John Coltrane. African American saxophonist has been a source of inspiration for fundamental Dunmall, but not only musical. The spirituality of music, improvisations overwhelming, unforgettable atmosphere of the album now historical, are taken from the two without any fear. There is live music on the two that Coltrane has shown us in his last album, brought by two more over those who were the original interpretations. The formula of the duo in their hands works well, it is a face to face where no one is hiding, saxophone hyperactive and insistent drums are a perfect point of understanding. There is also the flute introduces Psalm, a song that closes the concert in Delbury Hall, after the drum solo followed by a whistle-reed continuous tenor sax of Dunmall and you continue on this line heating up the atmosphere. On the second disc, recorded at Cafe Oto London, you continue by the same way, here are the announcement of the presenter and the audience's applause. The music is inspired by the themes sometimes mentioned as Naima, daring improvisations vehicle away from the ballad form. There’s Giant Steps and there’s Alabama, the execution here is quieter, the recognizable theme, saxophone passionate and eloquent as the subject requires. The classic Rodgers and Hammerstein My Favourite Things is carried on saxello, and maybe it's a starting point for upcoming performances of the duo. Here the expression of saxophonist becomes less rough, but it must always faithful assumption of starting a visceral music. The simple theme is taken up several times while the battery spreads rhythms relentlessly. Those who know the music of Coltrane last period undoubtedly appreciate this double album, as do the listeners present at the club with their warm applause. The two are reviving a historical period unforgettable so sincere and express themselves in a visceral way, without asking too many questions about the formal beauty. It's a duo that still has much to say and who we would willingly listen to at some Italian festivals